Se ci tieni particolarmente ad un’alimentazione sana ed equilibrata anche al lavoro allora dovresti sapere cos’è il bento, una sorta di scicchetta giapponese dove custodire il cibo da mangiare durante la pausa pranzo.
I vari lockdown hanno determinato importanti cambiamenti nelle abitudini delle persone, a partire da una maggiore attenzione verso la salute e quindi verso l’alimentazione.
La pausa pranzo al lavoro è necessaria per staccare un po’ la spina, ma anche per alimentarsi adeguatamente per ottenere il fabbisogno necessario per affrontare l’intera giornata.
Un pranzo di qualità ci mette allegria, ci fa essere più produttive e irrobustisce il sistema immunitario a beneficio di una maggiore tutela della propria salute.
Proprio in tale ottica si è diffuso il bento, un vassoio suddiviso per scomparti dove conservare adeguatamente il cibo da mangiare al lavoro durante la pausa pranzo.
Cos’è il bento?
Il bento è un contenitore, un vassoio o anche un cestino contenente un pasto completo e salutare. Qui puoi metterci il cibo preparato da casa, con la certezza di sapere quello che mangi. Oppure, se non hai tempo, puoi mettere direttamente da casa il cibo acquistato o preparato nei negozi specializzati di bento.
In Giappone infatti sono diversi i negozi specializzati che vendono bento già pronti, oppure cibi da collocare opportunamente nei vari scomparti evitando che sapori e odori si contaminino.
Tuttavia, con la diffusione di negozi e ristoranti giapponesi, in Italia non è così difficile trovare e acquistare bento già confezionati.
La scatola del bento classico è dotata di bacchette e avvolta in pezzi di stoffa o fogli di carta, ma puoi ovviamente inserite le posate come forchette, coltelli e cucchiai.
I bento già confezionati sono anche preparati con un’estetica piacevole e accattivante. Vengono infatti studiate con cura le combinazioni e le disposizioni dei cibi coordinando con attenzione le tovagliette e tutto il restante contenuto.
Il materiale del bento
Il bento è talmente diffuso che viene realizzato nei più disparati materiali, forme e dimensioni per accontentare ogni necessità.
Ci sono le scatole usa e getta in plastica, più economiche ma non particolarmente green, in legno o in metallo. Se vuoi dotarti di un bento da portare ogni giorno al lavoro per conservare il tuo pranzo, faresti bene ad acquistare una scatoletta di materiale solido e resistente, come appunto il metallo o il legno.
Alcune scatole sono di semplice fattura e poi ci sono piccole opere d’arte realizzate in legno pregiato, laccate e dipinte a mano.
I modelli più sofisticati sono dotati anche di sezioni thermos, dove conservare il riso o altri cibi che vengono mantenuti caldi. Il bento tipico giapponese contiene il riso e cibi di accompagnamento come pesce, carne, verdure cotte, tofu e altre pietanze a seconda della stagione.
Ovviamente puoi mettere il cibo che vuoi, preparando ogni giorno pranzi diversi così da garantirti un’alimentazione varia e completa.
La personalizzazione dei bento
Il bento in Giappone non è una semplice scicchetta, ma un modo di esprimere la propria creatività.
Ci sono ad esempio i bento personalizzati in stile kyaraben, che vuol dire “bento dei personaggi”. In tal caso il cibo viene disposto in modo tale da creare i volti dei personaggi famosi di anime e manga.
In alternativa c’è il bento in stile oekakiben, il cosiddetto bento-ritratto, dove il cibo viene disposto in modo tale da creare i volti di personaggi famosi, ma anche animali, monumenti, paesaggi, fiori e qualsiasi altra cosa.
Anche tu puoi cimentarti con questa divertente pratica, così da preparare un pranzo gustoso e nutriente con un tocco di humor.
I vari utilizzi del bento
Il bento è sempre più diffuso nelle aziende, negli uffici e dei negozi. Le lavoratrici e le dipendenti, piuttosto che mangiare il cibo preconfezionato della sala mensa o divorare rapidamente un panino al bar, stanno prendendo la sana abitudine di portarsi il cibo da casa e il bento rappresenta la soluzione ideale per un’alimentazione completa e salutare.
In virtù della sua versatilità, le mamme usano il bento anche per conservare il pasto dei loro bimbi che possono tranquillamente degustare a scuola o durante le gite.
E ancora il bento è la soluzione ideale per il picnic, poiché consente di tenere ordinati e distanziati tra di loro i vari cibi, mantenendoli caldi.
Il bento è molto curato esteticamente, quindi è anche un piacere sfoggiarlo e comodo da trasportare.
Cos’è il bento: storia e tradizione
Chiudiamo con una piccola nota storica sul bento, le cui origini risalgono al tardo periodo Kamakura dal 1185 al 1333, quando fu inventato il riso hoshi-ii, un tipo di riso da consumare così com’è o bollito in acqua.
Nel periodo Azuchi-Momoyama, tra il 1568 e il 1600, nacquero le prime scatole in legno per consumare il bento con il tè.
Tra il 1603 e il 1867 il bento, consumato da turisti e locali, si diffuse in tutto il Giappone. Tra il 1912 e il 1926 si iniziarono a produrre scatole sempre più lussuose ed eleganti, che però accentuarono le differenze tra classi sociali povere e abbienti.
Le famiglie più povere infatti non potevano permettersi bento pregiati, quindi per evitare discriminazioni sociali erano le scuole a provvedere a fornire il pasto.
A partire dagli anni ’80 il bento è tornato ad essere popolare fino al boom degli anni 2000.
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