L’origine delle discriminazioni di genere che riguardano il settore lavorativo, si può notare già dai primi messaggi che i bambini ricevono fin dall’infanzia.
L’educazione che viene impartita ai maschi è tesa a sviluppare comportamenti che si rivelano vincenti sul lavoro, viene infatti insegnato loro ad essere competitivi e ottenere sempre migliori risultati.
Le bambine invece vengono educate concentrandosi sulla cura degli altri ovvero sull’essere delle bravi madri e mogli. Ruoli definiti che ognuno percepisce come predefiniti e inevitabili secondo stereotipi sociali.
In realtà la donna occupa ruoli importanti nel lavoro prendendo sempre più piede in campo occupazionale. Tuttavia resta ancora intatta l’idea che il lavoro delle donne valga meno di quello degli uomini e questo pensiero viene espresso in modo meno visibile.
Si nota soprattutto il pensiero che le donne si debbano adattare sul lavoro, avere meno ambizioni ed essere limitate nella scelta delle professioni. Secondo gli studi statistici di Almalaurea e Stella, le donne riescono a conseguire la laurea in tempi minori rispetto agli uomini, ottenendo voti più alti e proseguendo gli studi con master e specializzazioni.
Questo sta a dimostrare come il mondo femminile non abbia niente da invidiare da quello maschile in termini di potenzialità intellettive e organizzative.
Cosa porta alle diverse scelte lavorative tra uomo e donna
In campo lavorativo, le differenti scelte riguardanti gli uomini e le donne derivano dagli input che sono stati impartiti durante l’infanzia. Come anticipato in precedenza, il maschietto viene indirizzato verso la competizione e il raggiungimento dei risultati mentre alla bambina viene insegnato ad essere accogliente e accudire casa e famiglia.
Partendo da questo punto si comprende come la bimba fin da piccola sia condizionata da continui messaggi su quanto sia importante essere gentile con tutti e avere pazienza sopportando e comprendendo i comportamenti degli altri.
Una volta adolescente si potrebbe rivelare una persona ambiziosa prima a scuola e poi a lavoro, arrivando alle superiori con una forte motivazione e sicurezza nelle sue potenzialità.
Anche in questo caso è possibile che poi si trovi di fronte al muro invalicabile di quello che viene chiamato “ambiente zero“ (Freeman 1989). Con questo termine si vuole indicare il clima di discriminazione passiva che non aiuta e non distrugge le persone ma la lascia in quell’indifferenza che convince a lasciar perdere.
Poniamo quindi la stessa studentessa ambiziosa con tante idee da mettere in pratica, voglia esporle o si faccia avanti per dare una risposta ad un quesito e sia ogni volta totalmente ignorata. Dopo poco tempo rinuncerà a tale proposito rassegnandosi e cominciando a perdere la stima in sé stessa.
Tale atteggiamento subito a scuola è l’inizio di una demolizione della personalità e ambizione della persona e questo si ripercuoterà sulle scelte future della donna. Lo stesso atteggiamento si ritrova negli ambienti di lavoro dove le opinioni delle donne vengono volutamente ignorate o ascoltate con superficialità e poi sfruttate da uomini facendole passare per proprie.
L’impatto degli stereotipi sulle scelte scolastiche e lavorative delle donne
Sul lavoro si evidenziano generalmente 4 stereotipi sulle donne che lavoravano.
- La donna madre con grandi capacità comunicative, brava nel prendersi cura degli altri la quale veniva sfruttata dandogli posizioni sottopagate piuttosto che sviluppare le sue doti naturali;
- La donna bambina che viene trattata da immatura e incapace a cui si affibbiano solo compiti marginali con compensi minimi più bassi di quelli dati agli uomini;
- La donna detta vergine di ferro, considerata ambiziosa e capace, un’eccezione del mondo femminile;
- La donna oggetto, ovvero il classico stereotipo della bella donna che tutti desiderano come puro oggetto sessuale e che viene accettata nel mondo del lavoro solo per questa dota sorvolando sulle reali capacità.
La donna ambiziosa che ha studiato e si è conquistata un posto nel mondo del lavoro a fatica tra gli uomini per poter raggiungere i suoi obiettivi. Una volta ottenuto il posto non può sfruttare la sua naturale sensibilità né la capacità relazionale che le appartiene in quando donna, nello stesso modo non può somigliare agli uomini. Quindi si trova di nuovo in un vicolo cieco incastrata in ruoli lavorativi che deve accettare suo malgrado e non rappresentano la sua scelta.
Si può quindi dire che la carriera lavorativa femminile venga sabotata fin dall’infanzia in modo solitamente inconsapevole. Nonostante la donna abbia infinite potenzialità e riesca a farsi strada nel mondo del lavoro si troverà a fronteggiare gli stereotipi ancora esistenti nel mondo del lavoro.