Un contratto non protratto o un licenziamento improvviso potrebbe indurre uno shock di grave intensità, specialmente in quei dipendenti che non se lo aspettano e non avevano messo in conto di ritrovarsi senza lo stipendio. Ecco come affrontare questa notizia improvvisa.
Fase iniziale: metabolizzare la notizia
La notizia induce un trauma in un primo momento e l’urgenza di trovare subito una soluzione: se l’istinto è quello di piangere allora è bene farlo così da scaricare la tensione e cominciare a visualizzare la situazione da un punto di vista razionale.
Emotivamente, infatti, si ha la sensazione di non essere un buon dipendente e di non meritare quel lavoro ma non è così: mai incolparsi ma ripetersi che semplicemente non è andata. Non si è cattivi dipendenti ma dipendenti di un lavoro sbagliato, in mancanza di questa sinergia è naturale che le dinamiche non vadano nella maniera giusta.
Meglio non prendersela a livello personale e non chiedere una seconda possibilità perché significherebbe fare leva sul senso di pietà e ciò è da evitare. Se il capo ha espresso la sua decisione sarà mosso da motivazioni precise e non bisogna indebolire la propria posizione.
Quando arriva il momento di uscire dalla porta del responsabile, è doveroso farlo con dignità professionale e con la consapevolezza di non essere nel torto.
I termini di un licenziamento
Un errore che fanno molti dipendenti è di andarsene via senza chiarire i termini di un licenziamento.
Prima di tutto è necessario chiarire la situazione in merito alle referenze, così da non giocarsi un futuro posto di lavoro.
Se il capo acconsente a divulgare referenze positive è tanto di guadagnato ma, in caso contrario, basterà semplicemente che si astenga nel discutere della condotta degli ex dipendenti per una mera politica aziendale.
Qualora si avesse maturato vacanze e premi, che vadano riconvertiti in denaro o uniti a una liquidazione generosa; in alternativa, uno o due mesi di stipendio aggiunti nella liquidazione potrebbero essere una buona soluzione.
Ovviamente non è scontato che il capo accetti tutto ma sarà bravura personale raggiungere un compromesso che soddisfi entrambe le parti. Al termine, potrebbe essere un’ottima idea chiedere al capo se conosce altre aziende del settore disposte ad assumere, magari con una lettera di raccomandazione oppure, qualora si collaborasse con un’agenzia interinale, chiedere direttamente all’agenzia di inserirlo in un nuovo progetto nel più breve termine possibile.
Insomma, la parola d’ordine in questa seconda fase è: sicurezza. Solo mostrandosi decisi si potrà godere di alcuni extra fondamentali per la sopravvivenza immediata. In seguito si potranno prendere le proprie cose e andare via, senza terminare la giornata lavorativa e senza lamentarsi con i colleghi. Non bisogna mai piangere o parlare male del capo onde evitare ripercussioni in futuro.
Come comportarsi a casa?
Non procrastinare il momento in cui bisognerà dirlo alla propria famiglia ma cogliere subito l’occasione, è importante combattere l’ansia e il senso di vergogna. I propri cari potranno essere delusi e spaventati, in un primo momento, ma tutti insieme si raggiungerà un piano su come affrontare la situazione.
Il supporto degli affetti è fondamentale per rasserenare gli animi e iniziare un nuovo progetto. Se la reazione è molto negativa, non lasciarsi andare a impulsi rabbiosi ma comprendere la naturalezza dell’istinto, mantenere la calma e ribadire il proprio impegno nel cercare un nuovo lavoro.
Il consiglio è di dedicare una o due settimane unicamente alla famiglia prima di gettarsi nell’invio dei curriculum: in questo modo si raggiungerà la serenità necessaria e il giusto focus mentale.
La tentazione sarà quella di cominciare la ricerca fin dal giorno seguente ma ciò potrebbe innescare uno status incerto e ancora indebolito dallo shock del licenziamento. Bisogna capire che un licenziamento non è la fine ma una fase di passaggio che potrà portare a qualcosa di più grande e bello con il giusto approccio.
Non è certamente divertente e trascinerà una serie di preoccupazioni ma prendere tutto in maniera negativa comporterebbe una cattiva gestione della situazione.