Nonostante l’emancipazione della donna, il retaggio di una società patriarcale resiste ancora e i suoi effetti sono ben visibili nella quotidianità, creando un esercito di mamme stressate. Le donne sono sottoposte ad uno stress notevole nel triplice ruolo di madre, moglie e anche lavoratrice. E le aspettative sulle donne sono altissime, quindi non possono lamentarsi per la loro condizione perché quello è il loro ruolo.
La stanchezza è un lusso che le donne non possono permettersi, a maggior ragione se arriva un bambino che stravolge tutto: abitudini, modi di pensare, organizzazione familiare.
Eppure, nella maggior parte dei casi, i veri responsabili dello stress delle donne non sono i bambini, quanto piuttosto i mariti. Lo dice una ricerca americana che ha condotto un sondaggio tra circa 7.000 mamme americane. Nel 46% dei casi, quindi quasi una donna su due, la fonte di stress è rappresentata proprio dai mariti.
Mamme stressate: la colpa è principalmente dei mariti
Le donne intervistate in molti casi hanno individuato proprio nei mariti la causa di stress, stanchezza e nervosismo.
La società patriarcale, anche se in tono minore, continua a imporre i suoi dettami. Alla donna è demandata tutto: gestione della casa, educazione dei figli, organizzazione familiare e in alcuni casi anche impegni lavorativi.
In realtà molte donne hanno dichiarato che c’è una buona partecipazione degli uomini nell’organizzazione familiare, ma fungono più che altro da collaboratori.
Questo significa che gli uomini, pur dando un contributo, non si assumono le responsabilità principali che riguardano l’organizzazione familiare. Le decisioni più importanti, relative alla casa, ai figli o alla famiglia in genere, gravano sempre sulle spalle della donna.
Tutti gli impegni principali sulle spalle delle donne
In tale ottica la figura maschile è quindi quasi aleatoria, in quanto sgrava la donna di piccole incombenze che però, nel complesso, non migliorano più di tanto la condizione della partner costretta comunque ad assumere decisioni importanti e a caricarsi sulle spalle tutti gli impegni familiari.
Le mamme “tuttofare” riescono a tenere botta per un po’ di tempo, ma prima o poi si trasformano in mamme stressate che crollano sotto il peso degli impegni.
Bisogna poi considerare un altro aspetto: nella società moderna è sempre più frequente che le donne vadano al lavoro, situazione impensabile fino a qualche decennio fa.
Se da un lato quindi le donne si sono emancipate e hanno conquistato il diritto di andare a lavorare, guadagnandosi così la loro indipendenza economica, d’altro lato devono far fronte anche agli impegni lavorativi e professionali, che si affiancano a quelli familiari.
E poi bisogna considerare gli impegni di tipo sociale, cioè gli incontri con gli amici, le visite dai parenti, l’organizzazione delle vacanze ecc. Un altro carico di stress che grava sempre sulle spalle delle donne.
Come anticipato dal sondaggio è emerso che gli uomini in parte partecipano, ma la loro presenza è legata soprattutto ai momenti ludici, cioè quelli del gioco coi figli.
Da un lato può essere comprensibile poiché gli uomini, che generalmente sono fuori al lavoro per una giornata intera, quando tornano a casa desiderano passare del tempo di qualità con i figli.
Questo stesso privilegio però non è concesso alle mamme, soprattutto se lavoratrici, che quando tornano a casa non possono rilassarsi come magari fanno i mariti, ma pensare subito all’organizzazione domestica e familiare.
Come affrontare la questione?
Una situazione del genere determina un esercito di mamme stressate, che fanno fatica a sentirsi realizzate o quanto meno serene, pur avendo conquistato il loro sogno di creare una famiglia e svolgere un lavoro gratificante.
Come risolvere quindi questo problema? Tutto passa per il dialogo. Gli uomini talvolta sono semplicemente pigri, quindi bisogna spronarli nel modo giusto per far sentire maggiormente la loro presenza.
É importante far capire agli uomini che non stanno solo aiutando la loro partner, ma stanno aiutando anche loro stessi. In quella casa ci vivono anche loro, quindi è loro interesse tenere tutto in ordine e pulito.
Tramite il dialogo la donna deve spiegare la sua frustrazione e lo stress derivante da un carico eccessivo di impegni che non la fa essere felice o soddisfatta.
Il dialogo deve essere costante e costruttivo ed entrambi i partner devono fare uno sforzo per guardare le cose da un’altra prospettiva. In questo modo sia la donna che l’uomo, guardando le cose con gli occhi del partner, possono realmente comprendere quali sono gli impegni da sostenere quotidianamente.
Un buon inizio è la divisione dei compiti familiari: suddividere gli impegni quotidiani “distribuisce” lo stress. I problemi non spariranno di colpo, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.
Se i bambini sono sufficientemente grandi è possibile coinvolgere anche loro nello svolgimento dei compiti della casa, partendo naturalmente dalle cose più semplici come buttare la spazzatura o mettere a posto la cameretta dopo aver giocato.
In questo modo si responsabilizzano maggiormente i figli sin da piccoli, che crescono già con una struttura mentale ordinata e organizzata, e gli stessi mariti che tendono spesso ad essere eterni bambini.
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